Nell’aspetto e nella parabola della loro vita, infatti, più che in ogni altro elemento della natura, è racchiuso il senso della compitazione temporale; specialmente, sulle pagine stropicciate delle foglie autunnali stanno impressi i naturali codici di questa misura, manifestati a chiare e belle tinte.
La loro caducità induce l’essere umano a malinconiche riflessioni, suscitando nel suo animo un forte sentimento di transitorietà, generato dalla consapevolezza del tempo che scorre, spesso, accompagnato da un senso d’acuta e malinconica inadeguatezza.
A questa riflessione s’aggiunge, anche, la sensazione forte della corruzione, quella acre dell’abbandono e, infine, quella remissiva della morte.
Ciò che la fotografia riproduce all’infinito ha avuto luogo una sola volta: essa ripete meccanicamente ciò che non potrà mai più ripetersi esistenzialmente.