La luce squarcia la nera tenebra del cosmo con bagliori ancestrali, residui di radiazioni primordiali, disegnando graffiti infuocati e puntiformi strutture che la mente trasforma in varchi immaginari attraverso i quali viaggiare per altre dimensioni e nuovi mondi, dentro e fuori di noi, lacerando anche la cupa e spessa tela che ricopre il nostro inconscio.
Penso che la composizione in fotografia sia molto simile al ritmo in musica. Se si dispone di grande ritmo si ha anche un grande senso della composizione.
La composizione è un’eredità classica. Cioè, come le cose si collocano nell’ambiente, il loro posto e la loro grandezza, le relazioni tra gli oggetti e le persone, tra il fotografo e il suo soggetto, questi sono tutti elementi di un sentire classico.